Un modo sbagliato di comunicare le iniziative della propria azienda è quello di farsi passare avanti dalle testate giornalistiche, siano esse di carta o digitali.
Queste devono servire come cassa di risonanza del proprio operato e per nessun motivo devono arrivare prima di noi a divulgare ciò che stiamo facendo.
In settimana ho seguito una conferenza stampa dove è stato presentato un nuovo servizio alla clientela. Ho scattato le mie foto, preso i miei appunti, fatto le mie domande per chiarire i miei dubbi. Nella cartella stampa c’era un volantino dell’iniziativa.
Tornato i redazione ho rimesso in ordine gli appunti e organizzato il lavoro per scrivere il pezzo.
Avendo delle conoscenze in quell’azienda, ho fatto in modo di farmi mandare il file del volantino, così da poterlo integrare nell’articolo condividendolo con Scribd; poi ho socializzato la cosa su Facebook e Twitter.
Dopo di che, l’azienda promotrice dell’iniziativa ha postato la cosa su Twitter, citando il mio articolo.
Ora, se avessi davanti il responsabile di quell’azienda gli chiederei: perché sei uscito con la notizia della tua iniziativa solo dopo che i giornali ne hanno parlato?
Intendo dire che sarebbe stato molto più indicato aver già preparato tutto prima della conferenza stampa, aver preparato una cartella stampa virtuale, e appena finita la conferenza sarebbe bastato un messaggio in azienda da parte di chi ha relazionato per dire a chi di dovere di mettere innanzi tutto la notizia sul sito aziendale (che è fermo a mesi fa, tra l’altro). Di conseguenza, dall’ufficio comunicazione sarebbe partito il link da condividere sui social e la cartella stampa virtuale a indirizzo delle testate on-line. Il tutto in meno di mezz’ora, che sommata all’ora impiegata per preparare grafica e cartella stampa fa un’ora e mezza scarsa guadagnata per un impiego migliore della comunicazione aziendale.